CASA DI RIPOSO VILLA MIRAMARE

Storia della Casa

La Casa di Nettuno è l’ultima opera del Fondatore. I Fratebenefratelli di San Giovanni di Dio vi svolgevano già la loro benefica opera nell’Ospedale Orsenigo occupandosi della direzione e dell’assistenza nel settore maschile.

Quando la Sacra Congregazione dei Religiosi invitò i Superiori a dare assistenza alle donne il Vicario Generale Fra Pietro Di Giovanni interpellò Padre Menni che fu lieto di inviare le sue Suore che giunsero a Nettuno l’8 luglio 1910.

L’Ospedale oggi è sede  dell’ Istituto Professionale e della Parrocchia Santa Barbara.

Padre Menni era deceduto il 24 aprile del 1914 e le Suore già sperimentavano infinite difficoltà tanto che la Madre Generale fu più volte sul punto di concludere quella che era stata l’ultima fatica del Fondatore, ma il Signore permise che alla fine di marzo 1915 le Suore riuscissero ad entrare nella Pensione Giuseppina (Villino Girelli).
Fu inaugurata l’8 aprile 1915.

Arrivarono le prime signore convalescenti a rendere serena la vita molto laboriosa; la grande povertà era compensata dalla fiducia nella Divina Provvidenza che in realtà non le abbandonò mai.

Il 7 gennaio 1921 le Suore si trasferirono a Villa Miramare in una nuova casa a poco più di un km dal Villino Girelli e a pochi metri di fronte all’Ospedale Orsenigo, tra il mare e la strada provinciale, con la scalinata dall’ingresso fino alla spiaggia.
Villa Miramare è composta da due edifici con storie alquanto diverse; entrambi nel tempo hanno subito notevoli variazioni. La denominazione appare per la prima volta il 4 dicembre 1926 sulla carta da lettere intestata.
I primi di agosto 1943 fu emanato l’ordine di abbandonare la città di Nettuno entro il 25 settembre, sotto pena di morte. I Nettunesi andarono sfollati fino a Napoli ed in Sicilia. Il 12 agosto alcune Suore partirono per Roma, altre per Viterbo, solo poche rimasero a custodire segretamente la Casa ma con i tedeschi non si scherzava. I Padri Passionisti proposero di andare a Borgo Montello dove il Parroco metteva a disposizione una casa.
Il 10 di giugno 1944 finalmente la Comunità ritornò definitivamente a Villa Miramare anche a dormire.
In seguito alla suddivisione della Congregazione in Province, nel 1946 la Provincia Italiana della Congregazione delle Suore Ospitaliere del Sacro Cuore di Gesù subentra nella proprietà della Società La Rosa alla Provincia Italiana.
Il 27 agosto 1947 si costruirà la sopraelevazione di tre piani sulla terrazza della cappella; nel mese di ottobre fu scavato il pozzo di acqua potabile, buona e abbondante, al piano mare; nello stesso anno iniziò la costruzione dei tre piani sopra alla cappella destinati al collegio.
Nel 1951 fu installata l’acqua corrente nelle camere.
Nel 1952 furono costruite due celle frigorifere e sistemata la nuova cucina economica.
Nel 1954, per l’Anno Mariano fu decorata la cappella.
Nel 1965 sono acquistati i due appartamenti sul mare, sotto la clausura; da tale data l’intero complesso, da mare a cielo, è di proprietà della Provincia.

La prima ristrutturazione del 1968 trasformò la Pensione Giuseppina di Villa Miramare in Casa di Riposo per persone anziane con piccole esigenze di assistenza. Il cambiamento è radicale a cominciare dal cancello che è diventato un portone.
Dal 1972 la Casa funziona a pieno ritmo: i primi di maggio le Suore tornano nella clausura ristrutturata ed inizia la stagione estiva, le signore fisse sono 6.
Alla fine del 1976 vi sono 20 signore fisse mentre continua la pensione estiva.
All’inizio del 1980 le signore fisse sono 33
Attualmente i posti letto sono 40.

Nel 2001 è avvenuta la seconda ristrutturazione per adeguare la Casa di Riposo alla normativa vigente.

Le due grandi ristrutturazioni degli anni 1968 e 2001 l’hanno cambiata fino ad oggi che è una delle più qualificate Case di Riposo del territorio

L’identità di Villa Miramare è nella sua Comunità Ospedaliera, formata dalle Suore, dagli ospiti, dai loro parenti, dai volontari e dai collaboratori.

Le Suore Ospedaliere, la cui attività assistenziale coniuga Umanizzazione e Scienza e tiene conto della persona in tutte le sue dimensioni, è guidata dal rispetto della vita e dai principi dell’etica e della morale cattolica.